Le mille facce dei tarrocchi Waite-Smith
L’impatto dei Tarocchi Waite-Smith sulla Cartomanzia fu così straordinario da dar vita a tutta ima serie di altri mazzi ad essi ispirati. Ci sono due tipi di tendenze che nascono dal mazzo Waite-Smith. Da un lato vi sono mazzi che cercano di riprodurre nel modo più fedele possibile il mazzo originario, limitando la trasformazione a pochi elementi strutturali o artistici. DalTaltro vi sono mazzi che, pur prendendo spunto dal Waite-Smith, ne rappresentano una evidente evoluzione tematica. Ora concentriamo la nostra attenzione sulle copie fedeli del mazzo.
LE PRIME EDIZIONI
I Tarocchi Waite-Smith per diversi anni vennero conosciuti con il nome generico di Tarot, Tarocchi. Solo negli anni Settanta, quando la casa editrice americana U.S. Games li ristampò, venne dato loro il nome di Rider Waite, richiamando, forse per ragioni di copyright, anche il nome dello stampatore Rider che per primo aveva prodotto il mazzo.
II mazzo originario venne stampato nel 1909 e, nel corso di pochi mesi, fu oggetto di ben tre differenti edizioni, con diversi interventi sul disegno e aggiustamenti sul colore, tanto che, per gli storici, negli armi a seguire, sarebbe diventato difficile stabilire quale fosse stato il primo mazzo. Le ristampe del mazzo proseguirono in modo costante sino alla fine degli anni Trenta. In seguito al bombardamento di Londra da parte dei tedeschi, nel 1941/1942, però, le matrici di stampa in possesso dell’editore. Rider andarono distrutte e si dovette attendere quasi trent’anni prima di vedere ristampato il mazzo in una versione simile all’originale. Nel frattempo ne erano state pubblicate almeno due versioni non autorizzate e non più legate all’autore.
IMITAZIONI ALL’INIZIO DEL SECOLO
Nel 1918 la casa editrice De Laurence & Co. di Chicago iniziò la pubblicazione di una copia del mazzo senza l’autorizzazione della Rider. L’edizione era identica al Waite-Smith originale, compresa la firma, tranne che le linee del nero erano più sottili e i colori dominanti erano il giallo e il grigio.
Nel 1920 ima nuova versione del mazzo fu utilizzata da Jesse Burns-Parke per fame il punto di riferimento di ima piccola fratellanza esoterica, la BOTA, Builders of thè Adytum, I Costruttori dell’Adytum, fondata da Paul Foster-Case (1884-1954) (già membro della Golden Dawn) presso il Tempio Thoth-Hermes di Chicago. Il mazzo fu stampato in bianco e nero e Burns-Parke modificò alcune carte ispirandosi anche ad altri mazzi, in particolare alla prima versione dei Tarocchi cabbalistici di Oswald Wirth (Parigi, 1889). Infatti nei due mazzi L’Imperatore, Il Papa, L’Appeso, La Morte, Il Diavolo, La Torre, La Stella e II Sole sono quasi identici. Nelle carte ispirate al Waite-Smith, invece, Bums-Parke aggiunse numerosi dettagli simbolici, piccoli e grandi. Per esempio, sullo scudo dell’Imperatrice è raffigurata una sfera alata anziché il simbolo astrologico di Venere; oppure, l’angelo della Temperanza tiene nelle mani una brocca e ima fiaccola, mentre ai suoi piedi ci sono un’aquila e un leone. Le carte numerali dal Due al Dieci nei quattro semi, invece, non sono illustrate.
LA NUOVA VERSIONE “UFFICIALE”
Alla fine degli anni Sessanta, con l’esplosione della cultura New Age, rinacque l’interesse delle giovani generazioni nei confronti dei Tarocchi Waite-Smith, che da allora si moltiplicarono in numerose versioni. Il primo mazzo, oggi quasi dimenticato, sembra essere YAlbano-Waite Tarot (1968), opera di Frankie Albano, uguale in tutto e per tutto all’originale se non per i colori accesissimi. Pochi anni più tardi vide la luce il Rider-Waite Tarot (1970) ad opera della newyorkese U.S. Games Systems e della svizzera AG Muller. Questo mazzo viene oggi considerato, a torto, la riproduzione esatta del primo Waite-Smith: in verità, anche in questo caso i colori sono molto diversi dalla versione del 1909. Infatti, come si è detto, le matrici di stampa erano andate perse, cosicché la U.S. Games ne fece realizzare di nuove con il permesso della Rider e della figlia di Waite, Sybil. Il punto di riferimento fu un mazzo della collezione privata di Stuart Kaplan, titolare della U.S. Games, ma il disegno era leggermente cambiato in alcuni dettagli, e i colori erano assolutamente diversi.
NUOVE IMITAZIONI
Negli anni Settanta i Tarocchi Waite-Smith furono oggetto di ulteriori rielaborazioni. Il Zolar’s Astrological Tarot, Tarocchi Astrologici di Zolar (New York, 1974), è uno strano mazzo di 56 carte, illustrate sia sul fronte sia sul retro. I disegni sono gli stessi del Waite-Smith, mentre i colori si riducono a tre: nero, verde e rosso. Più significativo è il Royal Fez Moroccan Tarot (New York, 1978) disegnato da Michael Hobdell e ispirato al Waite-Smith. L’impostazione di tutte le figure è molto simile, ma lo stile del disegno e i colori si differenziano notevolmente. Anche la filosofia dell’opera è profondamente cambiata, dato che molti dettagli simbolici sono scomparsi e altri sono stati inseriti ex-novo. Da notare, infine, che il titolo è assolutamente fuorviante poiché non c’è nulla, nelle illustrazioni, che rimandi al Marocco. Forse il titolo si lega a un’idea maturata nel corso di un viaggio in quel Paese esotico, di moda fra gli hippie negli anni Settanta. Nella «Stessa epoca l’artista giapponese Seigan Nakajima rielaborò i mazzi Burns-Parke e Waite-Smith per dare vita al Waite J.K. Tarot (1975), edito dalla giapponese Tairiku-Shobo. La stessa U.S. Games, negli anni Ottanta e Novanta, pubblicò diverse rielaborazioni del mazzo originale: tra queste, The Originai Rider Waite Tarot, i Tarocchi Rider Waite originali, fu proposta come la riproduzione esatta della prima edizione del mazzo, anche se gli studiosi sono concordi ad affermare che sia improbabile. Vale la pena ricordare anche YUniversal Waite Tarot, I Tarocchi Waite Universali, di Mary Hanson Roberts, e il Radiant Rider Waite Tarot, I Tarocchi Rider Waite Radianti, di Virginijus Poshkus. Entrambi questi mazzi si differenziano primariamente per la colorazione.
I Tarocchi Universali di Roberto De Angelis e i Tarocchi della Chiave Pittorica, disegnati in computer graphic con grande maestria da Davide Corsi, sono trasformazioni simbolicamente molto fedeli all’originale, seppur con evidenti influenze di altri mazzi, e artisticamente pregevoli e degne di nota, poiché conducono il disegno e la struttura del mazzo nell’era moderna.
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