Alcuni storici ritengono che l’antenato dei Tarocchi Marsigliesi sia da cercare nei Tarocchi definiti “protomarsigliesi”, prodotti a Parigi nella seconda metà del Seicento. Molti sostengono che il primo mazzo marsigliese fu stampato da un certo Francois Chosson, attivo a Marsiglia tra il 1734 e il 1736. E difficile stabilire con precisione l’origine di questo mazzo, perché i documenti storici sembrano essere in contraddizione. Il nome del fabbricante e la data di produzione, 1C72 (interpretabile solo come 1672), appaiono sul Due di Denari. Purtroppo non c’è alcun riferimento al luogo di stampa, mentre sul cassone del Carro e ai piedi del Due di Coppe si vede il monogramma GS, che potrebbe essere un riferimento all’intagliatore, il maestro cartaio Guillaume Sellon, vissuto a Marsiglia dal 1676 al 1715. Una delle ipotesi possibili è che Chasson abbia utilizzato nel 1734 le matrici create da Sellon oltre sessanta anni prima.
Se al giorno d’oggi i Tarocchi si utilizzano prevalentemente per la divinazione, in passato erano usati esclusivamente come carte da gioco ed erano una presenza comune nelle osterie, nelle sale da gioco e nei salotti. Forse è questo il motivo per cui, mentre i Tarocchi moderni sono pieni di simbolismo occulto, i Tarocchi Marsigliesi somigliano, specialmente negli Arcani minori, a ordinarie carte da gioco a semi italiani.
Quando, nel XIX secolo, gli occultisti e gli esoteristi di tutta Europa riscoprirono i Tarocchi, il modello marsigliese era già diventato quello predominante, malgrado la sua ingannevole semplicità. Quei simboli, che a un giocato re del XV secolo sarebbero stati chiari e familiari, apparivano misteriosi e affascinanti agli studiosi delle epoche seguenti. I Tarocchi Marsigliesi divennero quindi il centro del indagine degli occultisti e le fondamenta su cui furono costruiti tutti i Tarocchi moderni.
I Tarocchi Marsigliesi rimangono il punto di riferimento più importante nei Paesi mediterranei come Italia, Spagna e Francia. Nel resto del mondo, e in particolare nei Paesi anglosassoni, gli appassionati di Tarocchi sembrano aver accantonato i Marsigliesi, reputandoli più che altro una curiosità storica. Eppure, ancora oggi, nessun altro modello di Tarocchi presenta al lettore due volti con la stessa vitalità: un aspetto comune, semplice, umile, familiare, e un aspetto filosofico, misterico e spirituale.
Molti occultisti moderni fanno notare come le immagini intagliate nel legno tre secoli or sono siano indubbiamente datate, persino buffe o grottesche, nella rappresentazione dei personaggi. Inoltre, la raffigurazione numerale e non illustrata degli Arcani minori costituisce un ostacolo oggettivo per le tecniche moderne di lettura dei Tarocchi basate sull’intuizione e sulle associazioni visive.
Altri occultisti, pur riconoscendo queste critiche ai Tarocchi di Marsiglia, ne subiscono comunque il fascino e sostengono che queste carte abbiano caratteristiche scomparse dai mazzi successivi.
I personaggi, ad esempio, non hanno le qualità idealizzate di bellezza, grazia e giovinezza di molti mazzi moderni. Sebbene l’aspetto estetico possa risentirne, a livello simbolico il mazzo guadagna la possibilità di separare l’interpretazione dei significati da eventuali aspettative culturali o preconcetti sociali. Le immagini, nella loro semplicità, posseggono una forza di astrazione molto maggiore rispetto a quella di tanti mazzi realizzati negli ultimi decenni. I Marsigliesi sono perciò considerati “gli archetipi dei Tarocchi”. In essi, molti cartomanti e gli esoteristi vedono un distillato di tutte le conoscenze magiche: una sintesi più efficace e soprattutto più vicina alla tradizione di qualsiasi altro modello di Tarocchi.
Un cartomante moderno cerca di non scegliere una singola tipologia di mazzi di Tarocchi per il proprio percorso, perché ogni mazzo e ogni famiglia hanno il proprio valore.
I Tarocchi Marsigliesi, ad esempio, poiché sono particolarmente adatti per estrarre i significati dei Tarocchi dal contesto e farli propri, si sono rivelati un eccellente mazzo per principianti. L’assenza delle immagini negli Arcani minori spinge il cartomante a considerare la struttura del mazzo e a interiorizzare le proprie conoscenze, portandole nella dimensione senza tempo e senza epoca propria di questi Tarocchi. Esistono moltissimi mazzi in commercio che appartengono alla famiglia dei Tarocchi Marsigliesi che possono essere divisi in tre categorie: riproduzioni filologiche, edizioni restaurate e nuove realizzazioni. Le riproduzioni filologiche consistono nelle fedeli ristampe dei mazzi originali. Esse mantengono nella riproduzione le imprecisioni e i difetti che i Tarocchi settecenteschi possedevano, compresi gli effetti dell’usura del tempo.
Le edizioni restaurate cercano di riprodurre i mazzi Marsigliesi come erano nel Settecento, o come sarebbero apparsi se le moderne tecniche di stampa fossero state disponibili. Il restauro rende nitidi e armonici i colori, completa i contorni e cancella l’usura del tempo. Le nuove realizzazioni, invece, ripropongono il modello marsigliese con modifiche, colorazioni o elementi moderni e innovativi. Spesso questi mazzi, sono i più usati in quanto riescono a unire in un unico mazzo i punti di forza dei Marsigliesi e della Cartomanzia moderna.
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